Showrooming: cos’è e perché ammazza l’economia (… e le librerie)
Una bella storia dal finale triste. Ma è davvero la fine?
C’era una volta un uomo che si recava nella sua libreria di fiducia per immergersi in nuove avventure acquistando titoli sempre nuovi. L’uomo era felice di ricevere un consiglio dal libraio e fare due chiacchiere; il libraio era contento non solo di aver venduto un libro ma di aver suscitato una emozione. Tuttavia un giorno le cose cambiarono… e dopo qualche anno la libreria rischiò di chiudere i battenti.
Ecco la triste evoluzione di una bella storia; una situazione che si sta realizzando troppo spesso.
L’uomo è un qualsiasi lettore. Possiamo chiamarlo Luca, Elisabetta o Matteo, ma anche John o Kathy. Può avere 19 anni come 55 e venire da Milano come dalla Virginia. L’antagonista della storia sono i colossi della vendita online di libri.
SOS librerie indipendenti
È diventato virale il tweet – ma più che cinguettio si tratta di un lacerante grido di aiuto, della libreria Fountain Bookstore di Richmond, Virginia, Stati Uniti, che ha pregato i propri clienti di smetterla di fare “showrooming”. Il messaggio suona più o meno così:
Oggi è stato un giorno di grande “showrooming”: persone che in libreria fotografano i libri e li comprano poi su Amazon, e se ne vantano pure. Non va bene, gente.
Qui lo trovi. Qui lo compri. Tienici in vita.
E’ tutto.
Sì, perché sempre più persone praticano quello che viene chiamato, appunto, showrooming: ossia entrare in libreria per fare una ricognizione dei libri interessanti in commercio, magari fotografarli anche e poi acquistarli dal divano di casa. Insomma, la libreria diventa lo showroom di Amazon & Co. (ma lo stesso accade per i negozi di elettrodomestici). Qualcuno ha perfino lanciato la provocazione di un biglietto d’ingresso ai negozi, da scontare in caso di acquisto.
Le sfide delle librerie indipendenti
Non si tratta però di un fenomeno solo americano. Lo stesso comportamento si ritrova anche in molte librerie italiane, e specialmente quelle indipendenti, che creano un assortimento di titoli decisamente interessante, frutto di ricerca e passione per il mestiere. Forse lo showrooming potrebbe essere una delle cause che in Italia hanno portato al calo del 27% nel numero di librerie indipendenti a gestione familiare negli ultimi anni, dalle 1.115 del 2010 alle 811 del 2017.
Ma ci sono speranze di crescita e queste, così come il tweet che ha fatto scalpore nel mondo, arrivano proprio dagli USA, dove fra il 2009 e il 2015 le librerie indipendenti sono cresciute del 35% a fronte di un aumento del 10% delle vendite dei volumi stampati dal 2013 a oggi. E in Italia, tre titoli su quattro continuano comunque a essere acquistati in libreria.
Eventi, cultura, innovazione: ingredienti per la ripresa
Restano infatti moltissimi i lettori affezionati alle librerie, che per fidelizzarne di nuovi fra le altre cose hanno iniziato a organizzare eventi, ponendosi come punto di riferimento nella comunità culturale delle città. Dalle reading su barche storiche alla notte bianca della lettura passando per un restyling dei negozi, che riducono lo spazio espositivo per far posto a bistrot e coworking.
La vera svolta infatti la sta producendo l’innovazione, l’inventiva di voler creare un effetto sorpresa che va al di là della semplice vendita di libri.
Fonti:
Librerie indipendenti, calo del 27% dal 2010
Immagine: Flickr | Books